Se il buongiorno si vede dal mattino...

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foto G.Vianini
Avrei dovuto sapere già dal mattino, che non sarebbe stata una buona giornata. Prima di recarmi a Cavallirio, c'è stata l'amara sorpresa di aver trovato il finestrino dell'auto completamente a pezzi, vetri ovunque e dell'autoradio rimanevano solo i fili a penzoloni... un nervoso indescrivibile.. poi dicono che chi lo fa è perchè è disperato e non sa come vivere... Pensavo avessero smesso di fare questi scherzi, invece a quanto pare ti puoi ritrovare anche senza fanali, mascherine, specchietti e ruote. La smetto qua, perchè se comincio a scrivere quel che penso.. mi chiudono il blog.
La voglia di correre era quasi pari allo zero, ma tanto nulla sarebbe cambiato.. nessuno mi avrebbe fatto tornare indietro nel tempo per poter prevenire le cose.
Arrivata a Cavallirio, il mio stato era : nervosismo, pessimismo e fastidio. Unito a tutto ciò, c'era il fatto che il percorso non mi piaceva (e non mi piace tutt'ora) per niente, corsa da bikers. Alcuni tratti erano molto pericolosi, tanto da far scendere di sella anche un campione come Vezzoli.. e poi ci si domanda come mai i primavera non fanno gli ostacoli, ma vengono fatti scendere a tutta velocità da dirupi... mistero!
foto A.Travison
Ho collezionato due cadute, una nel giro di riscaldamento e una in corsa, la seconda abbastanza spettacolare ma anche dolorosa.. il mio ginocchio e la mia bici hanno incisi i segni di quel tuffo. Già dalle prime pedalate notavo che la testa non c'era e direi che si è visto. Passavo da momenti energici a momenti di sconforto. Solo nel prato pieno di fango c'era la voglia di pedalare forte, ma non guidavo bene, lasciavo che la bici decidesse dove andare, senza cercare tratti più o meno favorevoli.
foto S.Gimmelli
Eravamo in sette, tra le solite c'era una ragazza di Federazione, della quale (mentre scrivo) non ricordo il nome e della quale non avevo mai sentito parlare. Poco male, perchè lei "pronti via!", si è presentata alla grande.. ci ha staccate tutte alla prima salita e se ne è andata in solitaria fino al traguardo. Nemmeno la più in forma delle udacine, la Fanchini, ha tenuto il passo. Io sono stata addirittura quinta per i primi tre giri, poi ho ripreso il "mio" posto, quello dietro alla campionessa italiana donne B e Barbero. Al penultimo passaggio nella parte finale della discesa, c'era un po' di traffico, così invece che prendere la solita traiettoria a destra, mi sono spostata verso il centro... splash! bici a destra, tuffo in avanti con ginocchia picchiate a terra. Mi rialzo lamentandomi della botta; dietro di me sento un tonfo, altri due a terra. Riparto a piedi, cercando mentre cammino, di raddrizzare la leva del cambio che si era stortata. Finisco la salita e risalgo in bici, le ginocchia urlano... mi passa Stefano e se ne va; da parte mia nessuna reazione.. non è proprio giornata.
Finita la corsa (in quarta posizione assoluta, terza tra le A) ci si confronta: chi è caduto sui gradini, chi in curva, chi in salita, chi ha quasi perso il tubolare (Andrea), chi ha distrutto una scarpa (foto su Sandropan's blog), chi ha solo sofferto e chi si è divertito come Localove ...[cerca nell'infinito web una foto, se riesci!]. Insomma, ce ne sono state per tutti i gusti ma di un solo colore... quello del fango!



Classifica donne:
1^ Alessandra Signò
2^ Barbara Fanchini (1^ donna B)
3^ Silvia Barbero
4^ Cristina Cortinovis
5^ Simona Bona
6^ Clara Perletti
7^ Renata Lillo



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