Italiani staffetta: seconde per sfortuna!

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foto Priori
Domenica scorsa, ad ospitare gli italiani a staffetta è stata la terra veneta, in quel di Piazzola sul Brenta. La manifestazione è stata organizzata dalla cicli Pengo, in un contesto tutto natura e tranquillità. Sono due volte che mi capita di gareggiare in una corsa allestita da loro e per la seconda volta è stata impeccabile. Il percorso è stato ben tracciato e pulito. Al primo colpo d'occhio, sembrava di essere ad una gara di federazione.. molte le bandiere tricolore, le indicazioni con i cartelli che usano al Giro, striscioni e fettucciato che si facevano vedere; così come spiccava il gazebo arancione, che indica sempre "il Priori per fortuna c'è". Insomma, la differenza di organizzazione tra i Pengo e altri... era ben marcata. Il ristoro e le premiazioni sono state davvero fantastiche: panini a volontà, dolci e bibite con addirittura una damigiana di vino, tutto ovviamente gratuito. Per le prime tre coppie classificate c'erano cesti (uno a testa), targa e medaglia. Per gli altri classificati borse portaruote e premi in natura. A fine premiazione, in tanti siamo andati a complimentarci con loro.
L'unica pecca di questa giornata è stata la presenza di pochi crossisti. Non proprio pochi, (se non erro c'erano circa 38 coppie) ma in tanti abbiamo notato che mancavano all'appello molti atleti, alcuni influenzati e altri che hanno deciso di non partecipare per svariati motivi, tra i quali: "non posso vincere, non vado". Motivazione veramente assurda. Poi non lamentiamoci se nessuno vorrà più organizzare questa manifestazione, che ricordo quest'anno essere stata in forse per tanto tempo.
Io e Sabrina Bellatti, cosa avremmo dovuto fare? Non partecipare, visto che alcuni ci davano per coppia scoppiata, che non avremmo mai potuto impensierire nessuno. Invece le cose, non sono sempre così scontate come si pensa, capito?!
Ci teniamo a precisare la cronaca della corsa, nonostante siamo arrivate seconde, perchè leggendo le cronache in giro per il web, che ad ora sono due, a parte essere totalmente diverse una dall'altra, non si comprende il motivo del nostro passaggio da prima posizione a seconda. Le cronache, una su "newsciclismo" e l'altra su "l'ora dell'udace". La prima, se non fosse per un invertimento di fatti, sarebbe perfetta... ma non giudichiamo chi l'ha scritta, perchè era impegnato a fare da speaker ed ovviamente, non poteva avere gli occhi su tutto il percorso. La seconda cronaca però, è davvero irritante! Come se la coppia vincitrice avesse stracciato nettamente le seconde...arrivate a 2'48". Personalmente mi chiedo che corsa abbia visto e che cronometro abbia usato. Quel distacco equivaleva a circa metà percorso, noi donne giravamo poco più sopra dei 6', a parte al secondo giro, nel quale io sono passata sotto ai 6'. Chiedete a chi c'era a quanti secondi di distacco siamo arrivate. Va bene essere di parte, ma le cronache delle corse dovrebbero essere scritte come in realtà sono andate. Con ciò, non voglio togliere nessun merito alla coppia vincitrice, perchè sono due atlete di tutto rispetto, con risultati di valore sulle spalle, che io e Sabrina abbiamo sempre ritenuto molto forti. Una terza cronaca è sul quotidiano la Prealpina, seppur breve (per ovvi motivi di spazio), descrive la corsa così com'è andata.

Domenica ore 4.30, si parte per Piazzola sul Brenta, alcuni compagni con i camper sono già sul posto dal giorno prima. Ore 8, arriviamo al ritrovo. Sabrina mi prepara un caffè, giusto per svegliarmi dal lungo viaggio. Ci prepariamo, andiamo a fare le iscrizioni e facciamo un giro del percorso. Una prima parte nel prato, dove si trovano anche l'arrivo e la zona cambio, studiata a puntino con ingresso ed uscita per non intralciare gli altri concorrenti. In un punto di questo prato, c'erano delle "canaline" dovute al passaggio di mezzi agricoli. Poi si usciva passando sopra ad un piccolo ponticello, un rettilineo su sterrato, un altro ponticello con obbligo di percorrerlo a piedi, con agli estremi un ostacolo. Una serie di rettilinei in un sottobosco, intervallati da curve a 360° che riportavano sul ponticello di prima (che era diviso a metà, per l'andata e il ritorno), ed ancora un tratto in un'altra parte di bosco, con tre rettilinei che portavano all'ultimo tratto del percorso, che precedevano la zona cambio. Il terreno era ghiacciato, anche se in alcune zone si avvertiva sotto le ruote un leggero fango. Dopo aver finito il primo giro, torniamo ai mezzi e ci mettiamo un po' di crema riscaldante, perchè il freddo si faceva un po' sentire. Ore 9.20, secondo giro di prova: terreno totalmente cambiato. Con i gradi in aumento, non c'era più nessun tratto ghiacciato, era tutto fango.. abbastanza compatto, ma molto scivoloso. Non c'erano coperture che rendessero la tenuta stabile. Impostavi le traiettorie, ma la bici andava dove gli pareva.
Ci riscaldiamo sui rulli e poco prima delle 10, ci chiamano per la partenza. La prima a partire sono io.
foto Priori
Partono le prime due batterie, poi noi donne. Al via sono subito in testa, le curve le disegno come voglio, anche se la Bergamo ad ogni tornata, cerca di passarmi all'interno, ma non mollo e nonostante le spallate rimango in testa. Primo ponticello, poi il secondo. Ad ogni curva rilancio l'andatura, vorrei staccarla dalla mia ruota, ma lei non demorde ed all'uscita del ponticello (dove si poteva passare uno per volta), si affianca alla mia destra, c'è il contatto, io mi sposto leggermente sulla sinistra per non cadere, lei si ritrova in linea con il ponticello, è davanti. Saltiamo gli ostacoli, su in sella e si riparte. C'è una curva particolarmente insidiosa, la bici è guidata da me, ma il fango comanda. La Bergamo è lì, ma appena passato quel tratto, forza l'andatura. Io cerco di perdere meno terreno possibile, anche se accuso un po' tutti gli scatti fatti prima. Nella zona cambio siamo indietro di una ventina di metri. Parte Sabrina, io esco dal percorso e pedalo sui rulli, mentre mi lavano la bici che era completamente infangata. La mia compagna dopo pochissimo si porta sulla Corazza, (l'altra ragazza che è in coppia con Bergamo) e la sorpassa senza difficoltà, riuscendo a prendere anche del vantaggio. Poi prima del ponticello scivola, ma prontamente riprende a pedalare e forza il ritmo. La Corazza perde ancora terreno. Sabrina passa gli ostacoli e prosegue a buon ritmo nel sottobosco, dove però, nel penultimo rettilineo è vittima di una foratura. Non si perde d'animo e continua a pedalare fino all'uscita del ponticello, gridando "ho bucato, bici!!". Per fortuna lì, ci sono i nostri sostenitori con la mia bici di scorta e così Sabrina fa il cambio e s'invola verso l'altra metà del percorso. Io sono ancora sui rulli, mi volto per controllare la situazione e la vedo passare in solitaria. Sono stracontenta, perchè è riuscita a fare, quello che avevo tentato io. Mi preparo, è l'ora del cambio. Sotto lo striscione d'arrivo siamo sole, io proseguo, lei esce dal percorso. So che devo andare forte, devo mantenere il vantaggio. Sento lo speaker che annuncia il cambio delle avversarie, hanno 35" di svantaggio. Proseguo la corsa in solitaria, devo effettuare qualche sorpasso, ma nulla di preoccupante, chiedo strada e strada mi è data. I "nostri" mi danno riferimenti incoraggianti, siamo saldamente al comando. Altro cambio, Sabrina riparte ed io vado a fare i rulli. Mio fratello mi dice che ho rosicchiato altri tre secondi. Siamo a 38, niente male. Tutti dicono solo che dobbiamo gestire le forze, io mi sento bene, non ho mal di gambe e nemmeno fiato corto. Sabrina pedala a buon ritmo, nonostante il terreno sia una vera saponetta, mantiene il vantaggio e si porta nella zona cambio con più o meno gli stessi secondi di vantaggio. Riparto io, alla seconda curva mi immetto nel tratto dove c'erano le canaline, all'improvviso le ruote scivolano dentro a quella più alta e mi ritrovo a terra. Ancora adesso mi chiedo come abbia fatto, perchè non l'ho attraversata e nemmeno ci sono entrata volontariamente. Nello stesso punto, poco prima, era caduto Antenore Scarpetta, supergentleman della Pengo, che sfortunatamente si è dovuto ritirare per una lussazione alla spalla. Anche lui ed il compagno erano saldamente in testa alla corsa. Mi rialzo al volo, senza perdere tempo e risalgo in sella, ma appena affondo la prima pedalata va a vuoto. La catena è giù... non credo ai miei occhi. Tento allora di farla salire, usando le leve, ma non c'è verso, devo scendere di sella e sistemarla. La foga, lo sgomento per aver perso secondi e l'incredulità di quel che stava accadendo, hanno condizionato il sistemare la catena. Non ne voleva sapere di sgrovigliarsi. In quel punto poi, non c'era nessuno, tutto dipendeva da me. Quando finalmente sono riuscita a sistemare la catena e risalire in sella, sento che incitano la Bergamo, è dietro di me. Non riesco più ad essere sciolta nei movimenti, la caduta ti rimane lì, ti condiziona il resto della corsa... le gambe "vanno in brodo di giuggiole" e Bergamo prende il comando della corsa, ma non mollo e il cambio questa volta è quasi alla pari. Le trevigiane ora hanno il morale alle stelle e il tifo dalla loro parte. Viene annunciato che se Guarnieri sorpassa le donne, questo è l'arrivo. Così lascio la bici e vado verso il resto del percorso per incitare Sabrina. Dopo pochi secondi però, viene smentito quanto detto, le donne hanno ancora un giro. Così torno indietro e aspetto ancora una volta che Sabrina arrivi per darmi il cambio. Questa volta perde qualche secondo, anche a lei come poi accadrà a me, non si attaccano i pedali.. le tacchette erano un mix con fango e ghiaino. L'ultimo colpo di scena è la caduta di Bergamo, nello stesso punto nel quale siamo caduti io e Scarpetta. La sua caduta però è quella meno decisiva, perchè non subisce nessun guasto, anche se io riesco a precederla, ma lei è già a ruota. Il tifo è in gran parte per loro. Da qui in poi, riuscirà a sorpassarmi e a prendere quei secondi che non riuscirò più a colmare. Nell'ultimo tratto sentendo lo speaker annunciare le vincitrici, rallento un pochino, ormai è andata. Concludiamo la competizione con qualche decina di secondi e non con minuti, come scritto da qualcuno, forse solo per enfatizzare una vittoria non così schiacciante.
Siamo state sconfitte grazie solo alla sfortuna, che come sempre fa parte del gioco. Ringraziamo tutti quelli (anche i veneti) che si sono complimentati e che ci hanno detto "ci dispiace, sembrava fatta".
Un secondo posto che brucia un po', perchè è arrivato non per inferiorità, alla faccia di chi ci dava per sconfitte prima ancora dell'evento.


Ordine d'arrivo:
1 Bergamo-Corazza
2 Bellatti-Cortinovis
3 Masin-Pantesotti