"prima Opera"

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foto Catizzone
Il lunedì di Pasqua prima della "solita" mangiata con gli amici, ho preso parte alla gara di Opera, inserita nel master sport & sport. La decisione di parteciparvi l'ho presa all'ultimo, la domenica sera. Un consulto veloce con mio papà "domani andiamo a correre?", risposta secca "andiamo!". E così è stato. 
Sveglia di buon ora e partenza per la cittadina alle porte di Milano. Percorso nemmeno a dirlo, ultra piatto, ma d'altronde in questi posti non si può volere altro. Solo alcuni tratti tra le risaie richiedevano attenzione, per via delle rive molto strette, dove poteva passare un solo atleta per volta. Tracciato da ripetere per tre volte. Quattro le donne al via, due delle quali mai viste. Partenza faticosa per me, perchè fatta ad andatura sostenuta. Mi ritrovo in seconda posizione, con qualche metro di svantaggio che via via aumenta, fino a diventare di qualche centinaia di metri. Penso subito che sia molto difficile recuperare, perchè se già ho le gambe imballate ora, non oso immaginare strada facendo. Il percorso è tutto da spingere, poco tecnico e a tratti contro vento. La prima la vedo pedalare bene, sembra avere un buon passo. Dopo un po' riesco a trovare un rapporto che mi permette di fare velocità senza però appesantire le gambe, così pedalata dopo pedalata, la sensazione migliora. Il ritmo sale e piano piano diminuisco lo svantaggio, la testa fa la sua parte, il fiato a disposizione aumenta, la grinta anche. Ad un paio di chilometri dalla fine del primo giro, recupero la prima donna che prontamente rallenta per farmi passare in testa. La affianco, ma non mi porto avanti, così lei diminuisce ancora la velocità. Decido di portarmi in prima posizione e di aumentare il ritmo. Lei dopo poco riprende la testa della corsa e prova un allungo, io sono lì, non mollo la sua ruota. Entriamo nella parte finale del tracciato, un prato ben bagnato nel quale è posto l'arrivo. Passo avanti, il fango è il mio pane. Dopo il primo passaggio sotto lo striscione, provo ad aumentare il ritmo senza scattare, in progressione. Penso sia a ruota, invece è indietro, così proseguo convinta, destreggiandomi nella poltiglia fatta di terra, acqua ed erba. Il mio vantaggio si trasforma in "buona speranza", le gambe vanno benone. Devo solo dosare le energie, senza sbagliare, per non "saltare" nell'ultima tornata. Nei cambi di direzione butto l'occhio indietro e curva dopo curva il vantaggio è in aumento, tant'è che nell'ultima tornata, non la vedo più. Un ultimo giro più o meno tranquillo, anche se sento male alle braccia, per via della posizione in mtb, totalmente differente dalla bici da corsa... ma questo non è un problema.
foto Catizzone

Taglio il traguardo in solitaria, vincendo la mia prima competizione di mtb... chi l'avrebbe mai detto!






Classifica:
1^ Cortinovis Cristina 1h 33' 35"
2^ Galliani Martina 1h 38' 41"
3^ Perletti Clara 1h 41' 52"
4^ Favalesi Laura 1h 44' 21"




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