Campionato italiano: 3^ classificata!

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Domenica 15 gennaio si è svolto a Selvazzano Dentro (PD), il campionato italiano di ciclocross udace. Da campionessa uscente, non potevo certo mancare all'appuntamento!
Il sabato ho visionato e provato il percorso, che sin da subito è stato di mio gradimento anzi, a volerla dire tutta, finalmente un percorso bello e tosto, non i soliti serpentoni che siamo abituati a vedere noi lombardi. Nonostante il mio personale parere, qualcuno diceva che il percorso era da corsa campestre. Io dico che stiamo tanto a guardare in tv o sul web le competizioni del Belgio, quando poi ci si presenta l'occasione di misurarsi su di un percorso da vero ciclocross, tutti a borbottare. Certo è, che nessuno può prevedere le condizioni climatiche. Ma se non sbaglio, nel ciclocross bisogna fare i conti anche con il clima. L'alternativa è semplice, stare a casa o darsi a strada e pista.
L'unica piccola pecca dell'organizzazione è stata la mancanza del contagiri e dei riferimenti per gli atleti in gara, ma non ce ne vogliate voi del Veneto, noi lombardi siamo abituati ad avere uno speaker di lusso, il Priori, che non è facile eguagliare. Comunque sia, un plauso agli organizzatori, che hanno allestito alla grande questo campionato italiano, dal pre al dopocorsa.
Questa volta, alla vigilia ho dormito come un ghiro, nessuna agitazione, nessun peso sulle spalle...dovevo solo portare a termine la gara, senza farmi male.
Al nastro di partenza però, la tensione sale, lo stomaco se ne va a farsi benedire; ci siamo quasi... prendiamo il via e tutto svanisce. La partenza è una delle parti che ho sofferto di più. I meno 3 gradi del primo mattino, non hanno dato modo al terreno di smollarsi, almeno per i primi due giri. La prima a prendere la testa della corsa è stata Sabrina Masin, atleta che due anni fa, al mio primo titolo conquistato, si era classificata poprio dietro di me. In seconda piazza Silvia Barbero, terza io e via via le altre. Le condizioni del terreno, dopo le prime centinaia di metri, per me sono apparse subito difficili, troppo dura la terra, colpi su colpi che la mia spalla faceva fatica a digerire. La prima semi caduta poi, avvenuta nella prima discesa alla destra della riva del fiume, è stata un campanello d'allarme. Da lì, ho cominciato a temere di poter cadere sul serio, così presa un po' dalla paura e dalla non forma, perdevo terreno su terreno, tant'è che mi passano sia Marina Lari che Patrizia Caimi. Nel frattempo mi raggiungono anche le altre donne della categoria "B", l'idea era quella di provare a mettersi a ruota, per non perdere molto, ma nulla da fare, gambe e poi soprattutto testa, non c'erano. Il secondo giro è stato quello più devastante, le dita delle mani erano congelate, per chi non lo sapesse, in bici ho sempre sofferto le temperature rigide. Il tempo passa, la temperatura sale. E come quando, dopo un giorno di pioggia riappare il sole, ecco che mi "sveglio". Il terreno in molti punti, comincia a non essere più bianco, diventa più morbido. La paura se ne va, anche se il terreno rimane scivoloso per via del fango. Un fango argilloso, che non si staccava facilmente, un fango che in tanti hanno sofferto. Ti si attaccava alle ruote e dopo un paio di metri lo stop era forzato, le ruote non giravano più. Così si vedevano tanti che si fermavano a toglierlo con le mani. Io mettevo la bici in spalla e mentre correvo, cercavo di levarne il più possibile, per poi rimettermi in sella e fare ancora qualche pedalata prima di fare il cambio bici. Qui devo fermarmi e fare un ringraziamento speciale. Avendo venduto la mia seconda bici prima della stagione ed avendo fatto l'incidente, non ho più acquistato quella che in teoria doveva diventare la prima bici. Così durante la cena della vigilia, parlando del più e del meno, mi è stata offerta la bici di scorta. Per cui devo anche a Giancarlo Pagani, di altra squadra, il risultato finale. Grazie e a buon rendere!
Apro un altro veloce discorso, visto che ho parlato di cena. Dato che l'ho promesso, lo faccio. Chi è stato al Sereno Hotel di Rubano (PD) non si è trovato proprio benissimo, anzi diciamo che ci hanno dato la buona uscita, con una mazzata finale. A tutti era stata proposta la mezza pensione, con un piccolo supplemento per pasta al posto della colazione, diciamo un prezzo di un primo piatto. In più ci avevano gentilmente offerto gratuitamente il garage per riporre le bici. Tutto questo ad un prezzo di 43€ per alcuni e 44€ per altri. Alla fine però, a testa è diventato 61€ per sei persone e 55€ per altre tre, con 10€ in più a testa per gruppo per il garage. Si sono gentilmente offerti di darci spiegazioni, ma visto e considerato che hanno fatto i furbi con più persone e che non c'era tempo da perdere, abbiamo lasciato loro gli euro in più, ma in compenso ho promesso di non fargli una buona pubblicità. Oltretutto, anche la cena non è stata un gran che, porzioni da gnomi e la mattina la pasta, è stata riscaldata in qualche maniera. Io, amici ciclisti, come hotel ve lo sconsiglio, poi valutate voi.



Ritorno a scrivere della corsa. La parte centrale della gara, è stata tutta in recupero, le atlete dietro di me apparivano pian piano sempre più lontane. Mio fratello, mio papà e il mio ragazzo, urlavano di non mollare perchè le due che mi precedevano, facevano parecchia fatica ed il podio era alla mia portata. Così tra un cambio di bici e l'altro, tra una rampa in su fatta a piedi e l'altra in giù fatta in bici, guadagnavo terreno, fin tanto da trovarmele lì davanti. Giù a testa bassa, nessuno sguardo e via, prima sorpasso una e poi l'altra. Vedevo il terzo gradino del podio sempre più vicino, mancavano 1 giro e mezzo a quel punto. Dovevo solo stare attenta a non sbagliare. Nel frattempo davanti, la Masin, così come era partita, stava andando a conquistare la maglia tricolore, senza troppi problemi; una bella cavalcata solitaria! Non so come, ma nei giorni precedenti sapevo che avrebbe vinto lei. Una vittoria sicuramente strameritata, brava Sabrina! Mentre Silvia Barbero, si è dovuta accontentare come l'anno scorso, del secondo posto, che comunque è di tutto rispetto. Finisco il mezzo giro e dietro di me arriva Guarnieri, il primo di giornata a conquistare la maglia tricolore. L'ultimo giro è stato liberatorio, nessuno ormai avrebbe potuto insidiare la terza posizione. Ancora non credevo di aver portato a termine con questo risultato, un campionato italiano che sino alla fine non sapevo se avrei potuto correre. Credo che si riesca a capire da come sto scrivendo, che per me domenica è stata una soddisfazione immensa, riuscire a fare quello che ho fatto. E come tutti gli anni devo ringraziare tutte le persone che mi hanno sostenuto, anche quelle che seppur non conoscendole, vedevo con la coda dell'occhio ad ogni giro!
Ora devo solo andare avanti, pensare alle prossime gare con la solita tranquillità, ristabilire la spalla (ho ancora tanta fisioterapia da fare) e pedalare come sempre, quando mi va!


Classifica:
1 Sabrina Masin
2 Silvia Barbero
3 Cristina Cortinovis
4 Maura Lodi Casagrande
5 Marina Lari
6 Patrizia Caimi
7 Elisabetta Perazzolo




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