Incidente in allenamento

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Dopo mesi di chiusura temporanea del mio blog, eccomi nuovamente qui a scrivere. Avrei dovuto riattivare  la visualizzazione una settimana fa; vi avrei raccontato brevemente cosa ho fatto durante l'estate ma... un incidente in bici, il 6 settembre, ha cambiato notevolmente i miei programmi sportivi e non solo.
Martedì della scorsa settimana, sarebbe dovuta essere una giornata un po' speciale, perchè dopo un paio d'anni di digiuno, mi sarei dovuta incontrare in bici con una mia ex compagna di squadra, anche lei ex prof, per fare il nostro caro "vecchio" giro nei pressi del lago di Como.
La giornata è stata sì un po' speciale ma... in negativo!
Dopo soli 500 metri, vedevo scorrere a 52km/h l'asfalto sotto il mio viso, mentre la parte sinistra del mio corpo, strisciava rovinosamente sull'asfalto, per poi finire la "corsa" una ventina di metri più avanti.
L'inizio del mio allenamento abitando in collina, comincia spesso con una discesa. Una strada che conosco a memoria, che faccio in bici da quando avevo 13 anni. La velocità che si raggiunge senza pedalare è sui 50km/h, nonostante il tratto sia circa di 200-300 metri. Dopo di che, si curva a sinistra e poco dopo a destra. Ma rimaniamo concentrati sulla curva verso sinistra perchè a quella dopo, purtroppo, non ci sono arrivata.
Imposto la curva, non piego, non la taglio, la faccio come fa un corridore con il "cervello attivo", quando si trova su un tratto di strada con regolare viabilità.
Dietro di me una signora tenta il sorpasso (in curva con  linea continua), mentre io mi chiedo "ma che ... fa?". Nell'altro senso sta salendo un camion, lei si ributta a destra, ed io che ero ancora lì, le urlo (tralasciamo, anche perchè non ricordo le parole esatte), mi sposto a destra e all'improvviso la bici si stende sul lato sinistro, il mio corpo sbatte con violenza a terra, sento l'impatto e poi ancora, sento grattare ovunque. Mentre succede penso, "com'è possibile che stia cadendo?". Poi mi fermo, sono sdraiata, con la bici ancora lì con me e tanto dolore. Il camion ed altre macchine, le vedo andar via, nessuno sembra volersi fermare. Passano attimi di totale sconforto. Poi un signore molto gentile, mi chiede se ho bisogno d'aiuto ed al mio sì, mi presta soccorso. Anche l'auto che ha causato il caos si ferma. Lei è a dir poco sconvolta. Altre persone si fermano, chiamano il 118, mi rincuorano e recuperano i pezzi persi durante l'impatto. Io invece, chiamo mia mamma e la mia amica per non lasciarla ad aspettare invano.
Il pensiero va alla bici, alle ferite che riesco a vedere: abrasioni  alle mani, un buco al braccio, il gomito tutto grattato.
Viene chiamata la polizia locale, nessuno risponde. Un signore la va a cercare, ma non si trova. Vengono chiamati i carabinieri, ma non escono e passano la chiamata alla polizia locale, che però non è del paese dov'è successo il fatto... UNA VERGOGNA!
Io sull'asfalto sanguinante, con i volontari del 118 che mi fanno da protezione, mentre aspettiamo che qualcuno faccia il proprio dovere e venga a fare un cavolo di rilievo. Passa quasi mezz'ora e nessuno si presenta, così mi immobilizzano e si va al pronto soccorso.
La signora la passa liscia come l'olio, questo fa anche un po' di rabbia.
Le prime medicazioni sono state da urlo! Chi mi ha medicata, va in bici per passione e così nel parlare, riesce a farmi un po' distrarre dal dolore. Poi viene il "bello"... un'infermiera mi viene vicino e dopo aver appreso che si trattava di un incidente stradale, in bici, osa dirmi "voi ciclisti siete sempre in mezzo alla....". Non l'avesse mai detto... apriti cielo! L'ho stoppata e sono partita a raffica a dirgliene non poche.. poi è stata zitta e se ne è andata.
Certo che, un'infermiera che viene a istigare una persona mezza sfasciata su un lettino, senza sapere un cacchio di quel che è successo... deve aver proprio il cervello più piccolo di quello di una gallina! L'istigazione è proseguita anche mentre ero in radiologia, ma lì un paio di infermieri appassionati di ciclismo, l'hanno fatta tacere. Che soddisfazione!
Mi sono state fatte ben 8 lastre, varie medicazioni, una plastica cutanea e una fasciatura per immobilizzare la spalla. Ho passato si e no 6 ore al pronto soccorso, per poi essere dimessa con questa diagnosi:
-trauma contusivo della spalla sinistra con frattura del trochite omerale
-trauma contusivo del gomito con profonda flc e perdita di sostanza cutanea
-trauma contusivo escoriato dell'emibacino sinistro
-contusioni escoriate multiple alle mani
Prognosi: 30gg


Ora mi ritrovo a dover passare le giornate e le nottate (drastiche!), con l'amico tutore che mi immobilizza la spalla, fino al 4 ottobre.
Per fortuna le ferite si stanno cicatrizzando, perchè le medicazioni fanno veramente un male bestia!
Una volta tolto il tutore, dovrò fare la riabilitazione, che intendo far bene perchè non voglio portarmi dietro problemi. Per la stagione crossistica si vedrà strada facendo, ma sono già sicura che da ora in poi, alcune gare le scarterò per pericolosità del percorso. Una volta che ci si fa male sul serio, l'ottica di tutte le cose cambia.

Ringrazio tutte le persone che mi sono state e mi stanno vicino in questo periodo di "dipendenza da altri", chi mi ha scritto, chi mi ha telefonato e chi mi è venuto a trovare.